post traumatic stress disorders
Social consequences of PTSD
PTSD: risk factors.
Treatments.
Alcune conseguenze per le vittime: Stress, PTSD e DAS
di Antonio Virgili
Tra i problemi più frequenti, che coinvolgono circa i tre quarti delle vittime, sono reazioni comportamentali e psicosomatiche, esse, tra l'altro, includono sintomi quali: paura, ansia, tensione nervosa, deficit di autostima, aggressività, emarginazione sociale e/o culturale, insonnia. Tali problemi spesso sono concomitanti e mescolati con la sindrome da Disturbo post traumatico da stress (PTSD) e talora con il Disturbo di ansia ociale (DAS). Tali disturbi vanno quasi sempre oltre l’aspetto strettamente individuale alterando le relazioni sociali e talvolta lo stesso status sociale della vittima. Talora è lo stesso ambiente sociale che diviene fonte di forti pressioni e di disagio che si sommano a quanto già subito dalla vittima, è questo il caso, non raro, delle violenze di tipo sessuale, o di genere, e di quelle etniche.
Attacchi terroristici, guerre, bombe, incidenti aerei, stermini di massa ma anche terremoti, inondazioni e altri tragici eventi: c’è un fattore che collega tutte queste situazioni, cioé l’effetto sulla salute delle vittime, dei sopravissuti e delle loro famiglie e conoscenze. Lo stress post-traumatico (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD), è infatti una forma di disagio che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche. Definito e studiato negli Stati Uniti soprattutto a partire dalla guerra del Vietnam e dai suoi effetti sui veterani, riproposti poi in tutte le più recenti esperienze belliche, il PTSD può manifestarsi in persone di tutte le età, dai bambini e adolescenti alle persone adulte, e può verificarsi anche nei familiari, nei testimoni, nei soccorritori coinvolti in un evento traumatico. Il PTSD, talora il DAS, possono derivare anche da una esposizione ripetuta e continua a episodi di violenza e di degrado sociale.
Monitorare le persone affette da PTSD nel mondo è estremamente difficile, sia per il numero limitato di studi epidemiologici di ampio respiro sia perché non esiste ancora un consenso generalizzato sulle modalità di definizione di PTSD. Oltre alle persone già affette da condizioni di disagio psichico e psicofisico e alle donne, che risultano molto più suscettibili alle manifestazioni di PTSD, due altre categorie di persone sono a rischio e meritano certamente un approfondimento delle ricerche: bambini e adolescenti, soccorritori. Analoga situazione epidemiologica per il DAS, per il quale si stima una percentuale di non meno del 20% della popolazione, valore che si innalza significativamente nel caso di vittime.